La Cripta

Cripta della Chiesa Matrice

Per due scale al lato del presbiterio si scende nella cripta la cui volta è sorretta da colonne con capitelli.

Pregevole l’altare maggiore dedicato al SS.mo Sacramento, ricoperto di lamine d’argento cesellato. Il paliotto è diviso in tre riquadri da pilastrini sbalzati a bassorilievo con motivo di pampini e di grappoli d’uva. Nel riquadro centrale è raffigurato a sbalzo il trasporto dell’Arca. Precede il corteo dei musici tra cui è Davide coronato che suona la lira e seguono quattro sacerdoti con mitra lunata che portano sulle spalle l’Arca su cui siedono due angeli, mentre due figure in ginocchio alzano le braccia imploranti. Dall’alto l’Eterno benedicente, mentre in alto tendaggio cesellato ravvolto ai lati intorno a voluta.

Nel riquadro di sinistra c’è una scena di sacrifi­cio; intorno ad una tavola apparecchiata ci sono quattro personaggi, di cui uno regge il boccale. Alle loro spalle altri due, uno dei quali è in atto di bere. In alto due angeli seduti su voluta aprono le cortine del cielo ed hanno in mano un fascio di spighe. A destra ritrovamento della coppa di Beniamino. Opera di orificeria napoletana del secolo XVIII di autore ignoto”.

L’altare venne consacrato dal vescovo di Ruvo Ruggiero Pietro Angelo il 26 settembre 1764, evento ricordato dalla seguente epigrafe:

SANCTISSIMO SACRAMENTO

DICATAM HANC MAIOREM ARAM

ILLUSTRISSIMUS AC REVERENDISSIMUS RUBOR. EPISCOPUS

DOMINUS PETR. ANGELUS RUGGIERI CONS.VIT

DIE XXVI MENSIS 7 BRIS MDCCLXIV

SEPULTIS SANCT.M EXCRUCIATOR.M RELIQ.

FELICIS S.T ADAUCTI SEBAST.I PRETESTATIQ

XL. INDULG. DIES IBIDEM ORANTIBUS IPERT.T

CUSIULIB.T ANNI EXPRESSO CONSECRAT.S TERM.E

TERSIA PRAEFECTAE NON INTERRUPTA

ADMINISTRAT D.RS PHYSICI

FRAN.SI MAR.E RICCHETTI

(Versione italiana: Questo altare dedicato al SS. Sacramento l’ill.mo e Rev.mo,vescovo di Ruvo mons. Pietro Angelo Ruggieri consacrò il 26 settembre 1764 ponendovi le reliquie dei Santi martiri Felice, Adaucto e Sebastiano. Concesse 40 giorni di indulgenza a quanti pregheranno nel giorno annualmente ricorrente della consacrazione. Preposto all’amministrazione era il dott. fisico Francesco Maria Ricchetti).

Restaurato completamente dopo oltre un secolo, venne riconsacrato dall’arcivescovo Giulio Vaccaro il 23 maggio 1908; a memoria fu posta nella cripta la seguente epigrafe:

IN HONOREM

SS. EUCHARISTIAE SACRAMENTI

ALTARE DECURSU TEMPORIS INSTAURATUM

EXCELL.MUS IULIUS VACCARO ARCHIEPISCOPUS BAREN

DIE XXIII MAII MCMVIII RECONSACRAVIT

IN EO RELIQUIAS INCLUSIT

SS. MARTYRUM IUCUNDAE ET VINCENTII

IPSUMQUE VISITANTIBUS CONS. ANNIVERSARIO

DIES CENTUM INDULGENTIARUM CONCESSIT

CURA SABINI PRAELATI RICCHETTI

HUIUS ECCLESIAE ARCHIPRESBYTERI

HAEC RENOVATA ET SCRIPTA FUERE

(Versione italiana: L’altare in onore del SS.mo Sacramento dell’Eucarestia, restaurato per decorso dei tempo, l’ill.mo arcivescovo di Bari Giulio Vaccaro il 23 maggio 1908 riconsacrò, racchiudendovi le reliquie dei Santi martiri Gioconda e Vincenzo e concesse cento giorni di indulgenza a chi lo visiterà nel giorno anniversario. Questa lapide fu rinnovata e inscritta a cura dell’arciprete prelato di questa chiesa, Sabino Ricchetti).

Sull’altare a sinistra c’è una pregevole scultura in legno del Crocifisso, tra S. Vincenzo Ferreri e S. Francesco da Paola, dipinti su tela che fa da sfondo. Il Crocifisso è opera di Francesco Sabbatini di Bari eseguito nel 1859.

Sulla parete sinistra della cappellina del Crocifisso c’è la tela della Deposizione. Mentre al centro la Vergine Addolorata che regge con le braccia il Cristo col capo reclinato, inoltre, sul corpo del Cristo sono visibili le ferite specie quelle dei costato. Autore ignoto del secolo XVII. Sulla parete destra c’è una tela raffigurante il Buon Ladrone: il Ladrone è crocifisso sulla croce col braccio destro disteso legato e col sinistro rivolto all’indietro; ai lati si nota una scala e particolare del Calvario. Infine, in cima alla croce l’iscrizione: S. Dimas ‑ B. Latro. ‑ Autore ignoto del secolo XIX”.

Pregevole la statua in legno dipinto di S. Antonio da Padova. “Il Santo è in abito scuro dell’Ordine; reca sulla destra il Bambino verso il quale guarda devotamente. Nimbo intagliato in legno. Sulla base dorata in ovale è il dipinto di S. Antonio che parla ai pesci. Il Bambino attuale ha sostituito l’originale andato in rovina per caduta. Artista provinciale del secolo XVII”.

Sulla parete destra della cripta altare con dipinto della Sacra Famiglia. “Il Bambino in tunica bianca con le mani incrociate sul petto sta tra S. Giuseppe, di profilo, e la Madre che stringe contro la persona un libro con le dita tra le pagine. In alto si affaccia l’E­terno a testa in giù e le braccia spalancate avvolte in mantello rosso. In alto bianche nuvolette. I tipi fac­ciali, specie il volto della Vergine piccolo e severo, e ancor più le stoffe di seta in colori cangianti,  ricor­dano le opere di Paolo Finoglio. ‑ Sec. XVII”.

Intorno alla parete della cripta vi sono lunettoni con dipinti vari. Tra questi segnaliamo la tela del profeta Elia. “Il profeta dorme all’ombra di un albero, mentre l’angelo gli appresta il pane e l’acqua. A sinistra in basso lo stemma della Confraternita del SS.mo Sacramento di Palo. ‑ scuola napoletana del secolo XVII”.

Nel retro‑cripta tela dell’Ultima Cena. “Gesù al centro della mensa è con lo sguardo rivolto verso l’alto e con la destra benedicente. Gli Apostoli sono con lo sguardo rivolto verso il Maestro. Il solo Giuda è con lo sguardo distolto. Davanti alla mensa due inservienti. ‑ Opera di Giuseppe Porta del secolo XVIII”.

A sinistra quadro raffigurante la Lavanda dei piedi nell’Ultima Cena; a destra dipinto dell’Apparizione di Gesù agli Apostoli nel Cenacolo dopo la risurrezione.

Nel vano laterale della cripta quadro raffigurante Gesù a mensa nella casa del Fariseo: intorno alla tavola gli invitati; a destra un inserviente porge l’anfora d’acqua a Cristo benedicente. ‑Scuola napoletana del secolo XVII.

La Chiesa è Ricettizia: aveva 30 partecipanti, dei quali 10 maggiori con due primiceri e 20 minori, secondo il Piano approvato con real rescritto del 5 novembre 1825.

Un locale sottostante la sacrestia fu nel 1875 adattato a cappella dedicata a S. Francesco da Paola, per il cui culto l’arcivescovo Ernesto Mazzella nel 1888 eresse la Confraternita recante la denominazione del Santo.

Rilevante in detta chiesetta un dipinto ad olio su tela. “Raffigura la Madonna col Bambino retto sul braccio sinistro. A destra S. Biagio con in testa la mitra e nella mano sinistra il pastorale; a sinistra S. Giuseppe con la mano sinistra sul petto e con la destra stringe un bastone fiorito. Al centro in basso si notano immagini a mezzo busto. In alto due angeli reggono una, corona sulla testa della Madonna, che ha una stella a otto punte sull’omero destro. ‑ Autore ignoto del secolo XVIII”.

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