Interno

Interno dell chiesa

La pianta è a tre navate con absidi (mt. 35,70×15,50).

Le navate sono divise da colonne e da due pilastri centrali, eretti su basi con tori recanti agli angoli foglie o facce d’angeli o zampe, e coronati da capitelli corinzi, sui cui abachi sono impostati gli archi a tutto sesto. Su questi è profilata una trabeazione modiglionata e ornata da dentelli nella parte frontale e da rosette nell’intradosso.

Sulla trabeazione ricorre il matroneo con sei bifore su entrambi i lati, i cui archi sono sostenuti da colonnine con capitelli a stampella. Sugli esaforati si aprono belle monofore a strombatura con stipiti cordonati.

Le coperture sono a capriate a vista.

Le pareti delle navate laterali sono scandite da lesene e da monofore aperte in arcate cieche.

Pregevoli le stazioni della Via Crucis, dipinte nel 1785 da loakim Quercia.

L’arco trionfale ‑ del presbiterio è impostato su due pilastri con lesene interne addossate, sui cui capitelli sono incisi gli stemmi del Comune con la data 1588. Simmetrici all’arco trionfale gli altri archi su cui è impostata la base circolare con ringhiera, che sorregge , il tamburo ottagonale con sovrastante calotta.

I pennacchi recano decorazioni e fregi vari.

L’altare

L’altare di marmi intarsiati fu donato dal principe Giovanni Battista Filomarino; nel retro altare è incisa la data “1787”. Sulla parete di fondo fastigio di marmo con al centro l’affresco della Madonna della Porta, protettrice del Paese. Secondo l’arciprete Domenico Andriola, l’immagine avrebbe assunto tale denominazione perché durante i restauri del secolo XVI essa fu collocata su un apposito altare presso la porta d’ingresso. Altri però non condividono tale opinione e ritengono che con tale denominazione si è voluto indicare che la Madonna è la Porta del cielo (ianua coeli). Comunque nel volume XII dei Battesimi è riportata una memoria del 1696 dell’arciprete Selliti, in cui è riferito che l’icona di S. Maria della Porta fu posta fin dal 1599 sull’altare presso la porta maggiore e che, per richiesta di popolo, fu trasportata il 24 agosto 1696 con tutto il blocco della muratura sull’altare maggiore e poiché nel trasporto l’affresco non subì alcun danno il popolo gridò al miracolo. Nel 1787 l’affresco venne coperto inspiegabilmente da un dipinto su tela, subendo delle incrostazioni che potettero essere restaurate solo in parte per interessamento dell’arciprete Andriola nel 1858. Poiché con gli anni l’affresco tornò a presentare rigonfiature e crepe, nel 1941 esso venne trasportato a Bari a cura della Sovrintendenza ai monumenti, ove fu magistralmente restaurata da G. Lorenzoni.

Il dipinto della Madonna (metà figura) è in cornice dorata. “Il Bambino benedicente, seduto sul braccio della Madre, ha il libro posato sulle ginocchia. La Vergine, col volto reclinato verso di lui, porta la sinistra al petto. Tutti e due hanno nimbo in rilievo con rosette ad incavo lungo l’orlo. Due angeli in alto reggono il drappo dello sfondo rosso. In alto le lettere: MAT ‑ DNI”.

L’ispettrice ‘ della Sovrintendenza Luceri assegna all’affresco il sec. VI, mentre il soprintendente Barbani l’attribuisce  ‑ ad autore di scuola senese del ‘300; è comunque di un artista bizantineggiante. L’affresco è sormontato da timpano spezzato, contenente un altro dipinto, però su tela, della Madonna della Porta. “La Vergine, sulle nubi, ha accanto il Bambino in piedi, benedicente; a sinistra un angelo regge la porta di un paese. In basso i Santi in ginocchio, imploranti. A destra il donatore principe Filomarino. Al centro, sullo sfondo, si nota la città di Palo. ‑ Da attribuirsi a scuola napoletana del secolo XVIII”.

Nel catino dipinto della Trinità con gloria di angeli.

Nel braccio sinistro del transetto tela della Vergine col Bambino, chiamata Madonna della Libera. “La Vergine sta in piedi col Bambino in braccio, avvolta in una nube e con quattro angeli in alto. Nella parte inferiore ci sono delle Anime purganti avvolte dalle fiamme. Alla base uno stemma. ‑ Da attribuirsi a scuola napoletana del secolo XVIII”.

Sotto il dipinto è riportato su una lapide il testo della bolla di Gregorio XIII del 26 maggio 1583 che dichiarava privilegiato l’altare della Madonna della Libera per i sacerdoti di Palo.

Battistero

Nella navata destra, presso l’ingresso, è collocato il battistero: la vasca monolitica è all’esterno scanalata similmente alla parte superiore della robusta colonna di sostegno, posata questa a sua volta su base pentagonale, che reca scolpita la data: 1550. Il coperchio ottagonale è di legno a forma di cipolla capovolta con sovrastante palla sormontata da un’aquila: sul lato frontale è dipinto il battesimo di Gesù.

A sinistra dell’ingresso “Acquasantiera circolare, con la parte inferiore esterna a forma di raggiera, poggia su colonnina che si restringe agli estremi scolpiti a vari disegni. La colonnina inoltre poggia su piedistallo trapezoidale variamente scolpito. Opera di artigiano locale del secolo XVI”.

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